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MissioLab Italia Centrale

Non servono grandi cose ma solo la semplicità del cuore… Weekend di servizio MissioLab

Comprendere cosa significhi essere missionari vuol dire anche mettersi in gioco!

Con l'incontro MissioLab di dicembre i partecipanti hanno avuto modo di mettersi in gioco, ognuno in modo diverso, a proprio modo!


Nel weekend del 10-11 dicembre, i gruppi MissioLab delle diverse regioni hanno svolto una giornata o un weekend di servizio e condivisione comunitaria.


(Marche-Abruzzo) L’incontro di MissioLab dell’11 dicembre è stato un incontro…pratico, perché abbiamo cercato di mettere in pratica, appunto, il servizio, trascorrendo la giornata con l’associazione “I nuovi amici”, che si occupa di persone con disabilità di vario tipo. Nella prima parte della giornata abbiamo giocato con loro a bask-in, basket inclusivo, che è stata non solo un’attività all’insegna dell’inclusività, ma anche, credo, un modo per mettersi in gioco e creare un legame con l’altro, divertendosi. Dopo aver pranzato tutti insieme, poi, abbiamo semplicemente trascorso il pomeriggio ballando e cantando. Dico “semplicemente” perché questa giornata mi ha fatto capire che è proprio nella semplicità che risiede il significato di servizio: non serve necessariamente fare “grandi cose”, ma basta anche solo essere sé stessi e passare del tempo col prossimo con genuinità, facendo sentire meglio gli altri e noi stessi. Sono entrata in contatto con una realtà che conoscevo poco e mi ha colpito come abbia sentito da subito affetto dai ragazzi dell’associazione! Questa giornata mi ha fatto venire in mente la canzone “Servire è regnare”, che sento spesso nella mia parrocchia.


(Lazio-Umbria) La seconda tappa del cammino di MissioLab è stata ricca di emozioni ed esperienze profonde di Servizio fondate sull’incontro con un ambiente particolare: il carcere minorile. Noi ragazzi abbiamo sperimentato la grandezza di una semplice disponibilità a trascorrere un pomeriggio e una domenica mattina differente, in ascolto di nostri coetanei. È stato un momento intenso, di scambio e svago. Negli occhi e nelle parole dei giovani era visibile la gratitudine nei nostri confronti per esserci intromessi nella loro casa e monotonia.

(Toscana- Emilia Romagna) La mia prima esperienza in una struttura Caritas è stata una scoperta: aver avuto la possibilità di condividere il momento del pasto diurno con le persone ospiti della struttura, e il tempo del gioco e animazione con i bambini che vivono lì mi ha aperto gli occhi verso una e mille realtà che prima di allora, per me, non erano visibili o non conoscevo. Il rapporto che ho creato con queste persone mi ha fatto riflettere sul fatto che spesso nel vivere la quotidianità ci si concentra sempre troppo su di sé finendo per rimane indifferenti agli altri, insensibili. Accoglienza, amore e cura dell'altro penso che debbano essere le basi per il vivere la società di oggi e del futuro. Un altro gruppo si è diretto al carcere minorile di Firenze dopo aver vissuto una mattinata di testimonianza e di condivisione di note pratiche con Stefano Liccioli scoprendo una frontiera di missione nascosta agli occhi dei più e come dettoci da Stefano spesso volontariamente ignorata in quanto abitata da “delinquenti”. La notizia più bella nella tristezza che un carcere minorile può suscitare è stata quella di riconoscere dietro quei volti segnati dall’ emarginazione e dai fuoripista della vita dei giovani belli, divertenti, ancora desiderosi di giocare e ridere.


(Liguria) Sabato 10 dicembre siamo stati ospiti della Comunità di Sant’Egidio di Genova. Abbiamo partecipato alla manifestazione di piazza Rigiocattolo, evento di recupero vecchi giocattoli in buono stato rivenduti ad offerta per finanziare un Progetto di alfabetizzazione e scuole nelle regioni africane più colpite dalla piaga dell’AIDS. Abbiamo aiutato a scaricare un pulmino pieno di scatoloni pieni di giocattoli suddivisi per età e tipologia e li abbiamo distribuiti negli stands dedicati. Non è comunque mancata l’occasione per fermarsi negli stand a contatto con le persone che passando si sono fermati a fare acquisti. I Volontari della Sant’Egidio ci hanno accolto a braccia aperte e affettuosamente. È stato bello condividere un pezzo di strada con loro. Non a caso, la mattina seguente le parole che sono emerse nella condivisione sono state: accoglienza, famiglia, mettersi in gioco, missione.


Oltre al servizio in sé, con queste attività abbiamo avuto modo di conoscere delle realtà locali del nostro territorio e aprire il cuore al mondo.


10-11 Dicembre 2022





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