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Tommaso e Elena, David, Clarissa

La nostra esperienza al Campo Base

Il Campo Base rientra all’interno dei campi ispettoriali organizzati ogni anno dal Movimento Giovanile Salesiano, i quali mirano alla formazione dei giovani che desiderano assumere un ruolo attivo all’interno della loro comunità come animatori salesiani. Tuttavia questi campi non vengono mai promossi e valorizzati nella maniera in cui meritano. Ciò accade perché molti credono che i campi di questo tipo siano soltanto una perdita di tempo e di energie, ma non è assolutamente così. Infatti ti permettono di prendere parte ad un’esperienza fuori dal comune e di maturare sia nel rapporto con gli altri sia nella fede. Conoscere e vivere a contatto con persone che prima erano solamente degli sconosciuti ti consente di allargare le tue prospettive, di scoprire nuovi punti di vista e diverse realtà e soprattutto di creare dei legami che porterai sempre con te e che arricchiranno il tuo cammino. Come già accennato, il Campo Base ha la prerogativa di formare le prossime generazioni di animatori salesiani, insegnando loro i punti chiave del vivere salesiano, in maniera tale da renderli consapevoli della grandezza e dell’importanza del loro compito. Perciò i ragazzi sono tenuti a partecipare a corsi di formazione e laboratori che trattano i fondamenti del sistema salesiano ideato da Don Bosco e che pongono quelle che sono le basi per essere in futuro un buon animatore e un buon cristiano.

Inoltre, tra gli obiettivi del campo vi è quello di favorire la formazione di un solido gruppo formato dai partecipanti al campo, affinché possano proseguire il loro cammino attraverso i successivi campi ispettoriali, e uno dei modi in cui esso si forma è il servizio. I ragazzi quindi sono tenuti a svolgere le mansioni tipiche del vivere comune, i cosiddetti servizi, e così facendo si trovano a collaborare tra loro, formando una vera e propria squadra che condivide gioie e fatiche.

Ciononostante il campo non è solo lavoro e studio, ma presenta una notevole quantità di momenti di gioco e di svago, organizzati dall’equipe di animazione che escogita le modalità più divertenti per poter formare i ragazzi anche attraverso il gioco.

In conclusione, il Campo Base è una grandissima possibilità che viene offerta a tutti i giovani che desiderano diventare animatori salesiani ed è anche un’esperienza molto ricca dal punto di vista sia umano sia formativo, perché stimola alla riflessione su noi stessi e su ciò che veramente vogliamo essere una volta divenuti adulti. Non possiamo fare altro se non consigliare a tutti coloro che sono indecisi o hanno intenzione di partecipare al Campo Base o a qualsiasi campo organizzato dal Movimento Giovanile Salesiano di non esitare un minuto di più e di iscriversi, perché è certamente un’esperienza che non ha eguali.

Tommaso e Elena


Dal 24 giugno al 1 luglio, nella splendida cornice degli Altipiani di Arcinazzo, si è svolta la seconda data del Campo Base 2018, il campo ispettoriale per formazione animatori del Movimento Giovanile Salesiano dell'Italia Centrale.

In tutto più di 60 persone, tra ragazzi dai 15 ai 18 anni provenienti da tutto il centro Italia, salesiani, FMA e anche una famiglia con i loro tre figli hanno trascorso una settimana nella struttura salesiana di Casal Biancaneve. Obiettivo: formarsi come animatori e capire veramente cosa vuol dire essere un animatore salesiano.

Le giornate erano molto piene e i ritmi serrati. Dopo la sveglia alle 7.30, preghiera mattutina, colazione, servizi e poi subito tutti a lezione, con il primo tema formativo della giornata, che andava dal Sistema Preventivo all'Animazione, passando per Conoscenza di sè e Affettività. Prima di pranzo il momento della messa, e poi, dopo aver mangiato, ricreazione, con i giochi organizzati dall'Equipe del campo. Nel pomeriggio tre ore di laboratori, che racchiudevano l'essenza di tutto ciò che vuol dire animare: Tecniche e Giochi, Animazione Missionaria, Comunicazione, Assistenza e Accoglienza e infine Affettività erano gli argomenti trattati. Poi momento di formazione sul MGS e cena. Dopo di che il momento del gioco serale, dove i ragazzi, divisi in quattro squadre, si sono sfidati tra gare di ballo, sfide di intelligenza, ricerche di tesori, strisciate notturne nel bosco e nazioni del mondo. Dopo il momento della buonanotte finalmente tutti a dormire.

Ogni giorno veniva proposta anche un attività diversa. Martedì sera è stato proposto il film "The Giver - Il mondo di Jonas", sul tema dell'affettività; venerdì sera c'è stata l'adorazione eucaristica e giovedì pomeriggio la celebrazione penitenziale, con possibilità di confessarsi; il mercoledì è stato il giorno della camminata in montagna, uno dei momenti più importanti del campo, fondamentale per permettere ai ragazzi di conoscersi meglio e creare rapporti più profondi. La serata finale del campo, il sabato, è stata organizzata interamente dai ragazzi: ogni squadra doveva tenere una delle parti della serata, e una giuria esperta e preparata in materia composta dai membri dell'equipe giudicava lo svolgimento dell'attività organizzata e alla fine decretava il vincitore, ovvero la squadra che aveva rispettato meglio le indicazioni per l'organizzazione del gioco e condotto meglio la sua parte di serata. Domenica invece è arrivato il momento del temutissimo esame finale, dove sono state messe alla prova le conoscenze acquisite. La prova scritta, con lo spettro degli esami di riparazione a settembre al meeting di Roma in caso di bocciatura, e poi un colloquio orale nel quale spiegavamo le nostre motivazioni, cercavamo di ricapitolare l'esperienza e vedevamo cosa ci riportavamo a casa.

Personalmente, il Campo Base è stata un esperienza bellissima, molto forte, una tappa fondamentale per me e spero per tutti i ragazzi che vi hanno partecipato. Ho conosciuto molte nuove persone, tra ragazzi e educatori, che hanno lasciato una traccia indelebile nella mia vita e nel mio percorso di crescita personale. Ho imparato molto su cosa voglia dire essere un animatore salesiano, sul fare parte del Movimento Giovanile Salesiano e sulla spiritualità salesiana. Ho appreso molte conoscenze da mettere in pratica nel mio servizio di animazione e ho percorso un passo in più nel mio cammino di formazione, che non può e non deve mai fermarsi. È stata una settimana vissuta a stretto contatto con Dio, con la natura e con persone fantastiche che non dimenticherò mai, sotto lo sguardo di Don Bosco e l'ala protettrice di Maria Ausiliatrice.

Dobbiamo necessariamente ringraziare tutta l'equipe del campo, Don Daniele, Don Gianluigi, Don Emanuele, Suor Nicoletta, Suor Emilia, Tiziano, Aurelio, Jean, Elisabetta, Luca e Lara e i loro figli, i gestori della struttura e le fantastiche cuoche, senza i quali tutto questo non sarebbe mai potuto accadere.

Grazie di cuore, ci rivediamo a settembre.

David


Dal 24 giugno al 1 luglio ho partecipato al Campo Base per animatori salesiani che si è svolto ad Arcinazzo in una casa salesiana. Qui ogni giorno partecipavamo a numerose ore di formazione in preparazione all'esame finale ovviamente le ore di studio erano alternate con le ore di svago e conoscenza tra di noi e giorno dopo giorno i legami diventavano sempre più stretti, non solo con i ragazzi di altre case ma anche con l'equipe che con varie attività ci ha fatto scoprire cosa significa davvero essere animatori che seguono la spiritualità salesiana di Don Bosco. Ogni momento passato al campo è stato davvero speciale a partire dai momenti di preghiera che facevamo tutti insieme, alla camminata in montagna, ai momenti di silenzio e di riflessione, alle ore di formazione e studio. Era da molto tempo che avevo il desiderio di partecipare a questo campo ma avevo anche un po' di timore dato che non conoscevo nessuno e invece appena ho messo piede nel pullman ho iniziato a conoscere persone fantastiche e ogni giorno che passava ci aprivamo sempre di più uno con l'altro fino a diventare una grande famiglia che ovviamente comprendeva anche l'equipe, sempre disponibile ad ascoltarci e darci dei consigli e questo penso che sia stata una delle cose più importanti del campo, ovvero l'ascolto reciproco. Concludo con una frase di Don Bosco: 'La prima felicità di un fanciullo è sapersi amato' e sono sicura che ognuno di noi in questo campo si è sentito amato. Clarissa


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